Meta ha appena presentato i suoi AI Glasses con controllo dal polso
Io ci vedo il tassello mancante della medicina del futuro, l’accesso istantaneo alle informazioni, direttamente al punto di cura
Meta ha appena presentato i suoi AI Glasses con controllo dal polso.
Per molti saranno solo l’ennesimo gadget per leggere messaggi o scorrere foto senza toccare il telefono.
Io ci vedo altro: il tassello mancante della medicina del futuro, l’accesso istantaneo alle informazioni, direttamente al punto di cura.
𝐂𝐨𝐦𝐞 𝐟𝐮𝐧𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐧𝐨
Un paio di occhiali con fotocamere, microfono e display integrato.
Abbinati alla Neural Band: un bracciale che, tramite elettromiografia (EMG), legge i segnali muscolari e permette di controllare l’interfaccia con semplici gesti della mano.
𝐃𝐨𝐯𝐞 𝐟𝐚𝐧𝐧𝐨 𝐥𝐚 𝐝𝐢𝐟𝐟𝐞𝐫𝐞𝐧𝐳𝐚
→ In pronto soccorso:
Un anziano con sospetta sepsi non ricorda un’allergia alla penicillina. Con un gesto appare la lista allergie: confermi in un attimo e prescrivi senza perdere tempo prezioso.
→ Durante i giri di reparto:
Valuti una lesione diabetica: confronti nella lente l’immagine di oggi con quella di ieri. La progressione è evidente. Prendi la decisione terapeutica in tempo reale, non a distanza di ore.
→ In sala operatoria:
Sei sterile e ti serve consultare un referto o un’immagine. Un cenno, e le informazioni compaiono nel campo visivo. Niente interruzioni, niente rallentamenti.
→ In ambulatorio
Visiti un paziente con tosse persistente da settimane. L’auscultazione ti lascia il dubbio: banale bronchite o qualcosa di più serio? Gli occhiali AI analizzano l’immagine radiologica già caricata in cartella e segnalano un’area sospetta di addensamento al lobo inferiore. Decidi di avviare subito approfondimenti mirati. Un sospetto che, senza supporto, avrebbe potuto richiedere giorni per emergere
Se questi strumenti si integreranno davvero nei flussi, ogni incontro clinico potrà diventare più informato e tracciabile, senza togliere spazio alla relazione medica.
Però serviranno regole chiare sul consenso (chi vede cosa, quando e perché), sviluppare fiducia operativa dei clinici con formazione e audit, definire una integrazione reale con i sistemi esistenti. E poi sicurezza, bias, responsabilità professionale: tutto andrà misurato, non dato per scontato.
La tecnologia è già qui, ma va introdotta con misura nei contesti che contano, ambulatori, corsie, pronto soccorso, sala operatoria, partendo da casi d’uso circoscritti e da metriche di esito condivise.


