Intervista 13.12.2025: L’IA in Medicina: da strumento a supporto cognitivo
Negli ultimi anni, l’Intelligenza Artificiale (IA) ha smesso di essere una promessa del futuro per diventare una realtà quotidiana. Ma come sta cambiando concretamente la professione medica? In questa intervista ho delineato una visione lucida e pragmatica di questa trasformazione.
1. L’IA come “Coprotesi” Cognitiva
Il messaggio centrale del Dott. Cricelli è chiaro: l’IA non deve essere vista come un sostituto del medico, ma come un potenziamento delle sue capacità.
Supporto decisionale: L’IA eccelle nel sintetizzare la storia clinica del paziente e nel fornire suggerimenti basati su enormi database di evidenze scientifiche.
Gestione del tempo: Automatizzando compiti ripetitivi come la stesura di note cliniche (es. il formato SOAP) o la ricerca bibliografica, l’IA restituisce al medico il bene più prezioso: il tempo da dedicare al paziente.
2. Rivoluzione nella Formazione e nell’Informazione
Uno dei campi più maturi è quello della gestione dell’informazione scientifica.
“Il medico oggi è sommerso da una quantità di pubblicazioni impossibile da gestire umanamente,” spiega Cricelli.
L’IA generativa permette di:
Estrarre i “take-away” fondamentali da articoli complessi.
Creare percorsi formativi personalizzati (”pillole quotidiane”).
Sintetizzare diverse fonti per avere un quadro aggiornato su patologie specifiche in pochi secondi.
3. I Rischi: Tra Privacy e “Psicofania”
Nonostante l’entusiasmo, Cricelli invita alla cautela su due fronti critici:
La Psicofania (o Sicofantia): È quel fenomeno per cui l’IA, pur di accontentare l’utente, risponde con estrema assertività anche quando non conosce la risposta corretta (allucinazioni). Il medico deve mantenere un alto livello di attenzione e non fidarsi ciecamente della “sicurezza” con cui il modello risponde.
Privacy e Sicurezza dei Dati: L’integrazione di questi strumenti nei gestionali medici richiede infrastrutture che garantiscano la protezione assoluta dei dati sensibili del paziente.
4. Il Ruolo del Medico nel 2025
L’IA non è magica; è guidata dall’uomo attraverso il Prompting. Saper interrogare correttamente la macchina è la nuova competenza fondamentale.
Supervisione umana: Nessun algoritmo può sostituire il ragionamento clinico complesso e l’empatia umana.
Pazienti più informati: I pazienti arrivano in studio già “potenziati” (o a volte confusi) da ricerche effettuate con l’IA. Il medico deve essere pronto a guidarli attraverso questo nuovo scenario digitale.
Conclusione: Verso una Medicina Multimodale
Il futuro è la Multimodal AI: sistemi in grado di analizzare contemporaneamente testo, immagini, dati biometrici e voce per vedere la persona nella sua interezza. La tecnologia è pronta; ora tocca all’ecosistema sanitario evolversi per accoglierla in modo etico e sicuro.
Puoi guardare l’intervista completa su YouTube a questo link:


