EPIC ha appena alzato l’asticella dell’AI in sanità
Non parliamo del solito “copilot” che riassume testi: qui l’AI risponde con fonti, suggerisce azioni e si integra nativamente nei flussi clinici e amministrativi.
Cosa hanno appena mostrato (in estrema sintesi):
Chart Chat: fai una domanda sull’EHR e ottieni una risposta evidence‑based con citazioni integrate alla letteratura.
Cosmos: dati longitudinali su scala gigantesca per insight in tempo reale (es. antibiogrammi contestualizzati per età/sesso/luogo; CMLOS – median length of stay – su pazienti simili).
CoMET (Cosmos Medical Event Transformer): modelli generativi che simulano i percorsi clinici futuri e stimano rischi, diagnosi differenziali e next best action.
Emmie & Art: la coppia paziente‑clinico. Emmie educa e prepara i pazienti prima della visita; Art riassume, ascolta durante la visita, compila note, verifica coperture, può mettere ordini o validare prior‑auth.
Penny (revenue cycle): dalla coding assistant alla gestione dei denials fino a scenari di autonomous coding.
Rover (Nursing): wound measurement da foto e dual sign‑off virtuale per farmaci ad alto rischio.
Tapestry – Guideline Builder: policy e medical necessity codificate e verificabili in modo automatico.
EpicOps: un ERP healthcare‑native (workforce, materiali, finanza) già integrato nell’ecosistema.
EPIC sta portando l’AI dentro l’EHR, non sopra. L’unità minima non è più il “modello”, ma l’agente operativo che usa dati, linee guida e regole di rimborso per produrre risultati misurabili: meno burnout, meno tempi morti, meno denials, decisioni cliniche più informate.
Diciamocelo, con l’attuale combinato disposto Europeo: AI Act + MDR, stiamo regalando il vantaggio competitivo.
Ogni capability che tocca diagnosi/terapia/rischio rischia di diventare SaMD (MDR, regola 11), con cicli di certificazione lenti e update bloccati.
L’AI Act classifica molte di queste soluzioni come alto rischio + requisiti extra per i modelli generali. Risultato? Doppia compliance e time‑to‑market incompatibile con la velocità dei rilasci vista in EPIC (decine di agenti, aggiornati spesso).
Se per ogni micro‑feature serve un iter quasi “da dispositivo”, l’Europa non scalerà mai a questo livello di integrazione real‑time su clinica, operations e revenue.
Non sto dicendo “meno regole”. Sto dicendo “regole giuste per software che apprende”.
Questa roba funziona perché è nativa: knowledge clinico, regole assicurative, dati operativi e modelli lavorano insieme, in tempo reale. È esattamente ciò che chiediamo da anni: AI utile, misurabile e responsabile.
Se in Europa continuiamo con frizioni regolatorie e processi di conformità a granulometria “dispositivo 2005”, il rischio è semplice: compreremo innovazione dall’estero e perderemo capacità industriale su EHR, SaMD e RCM avanzato.
Non è il futuro. È una tabella di marcia. E l’Europa può ancora giocarsela se smette di frenare chi dovrebbe costruire responsabilmente.










